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angoli degli stipiti si debba fare un bastone tondo, acciocchè meglio da ogni percossa si difenda, come si può vedere nella porta di Capua1. Sopra dell’architrave, a maggiore ornato, si pone una cornice composta di tre parti, le quali insieme tanto d’altezza devono avere quanto l’architrave. Ma il cardinale2 immediato sopra all’architrave debba essere i due quinti della detta altezza, e la corona col suo cimasio sopra d’essa i tre quinti. Sopra di tutte queste parti si pone un altro ornamento detto frontispizio, e questo in due modi può essere formato: cioè, se rettilineo, in qualunque modo si sia, questa proporzione debba avere, che il diametro della sommità del cimasio al punto mezzo del frontespizio debba essere eguale a quello del cardinale, corona e cimasio già diviso in cinque parti: e lo spazio in quel mezzo incluso debba essere i tre quinti, cioè quanto tutta la corona col cimasio3. Il numero delle porte sia lasciato nella ragione e discrezione dell’architettore secondo la grandezza e la forma del tempio.

Le finestre del tempio, quanto a tutti li suoi ornamenti intorno, hanno la medesima commensurazione delle porte, e la latitudine e diametro loro in arbitrio e volontà del perito architettore. L’altezza loro in tre modi validi e autentici si può fare, cioè due diametri, ossiano due larghezze, due quadri, cioè di proporzione dupla alla latitudine. Il secondo modo, due diametri suoi e mezzo, cioè dupla sesquialtera. Il terzo modo due diametri e due terzi, cioè dupla superbipartienstertia. Possonsi fare le finestre più late dentro verso il

  1. Questa porta dev’essere certamente della città di Capua, non la famosa porta Capuana di Napoli architettata da Giuliano da Maiano ai tempi del nostro autore; poichè questa non ha bastone alcuno. Doveva essere de’ tempi bassi, ne’ quali maggiormente usò di smussare con quella sagoma l’angolo interno dello stipite. Chiamavanli porte od usci a bastone (Ghiberti MS. f.° 29).
  2. Scapi cardinali chiama Vitruvio (IV, 6) i legni che formano l’intelaiatura d’una porta. Pietre o stipiti cardinali sono presso i Toscani le pietre delle spallette della porta. Qui l’autore non fa parola del fregio, ma facendo la cornice eguale in altezza all’architrave, la divide in cinque parti, tre delle quali le dà alla cimasa e due alle sagome sottostanti: queste adunque sono il cardinale (vedi Tav. III, 17), cioè l’architrave degli stipiti, nome che davasi pure agli architravi negli intercolunni, come al capo 7 del libro III.
  3. Infatti in una figura ch’io ometto, il frontispizio di una finestra ha l’altezza eguale alla cornice.