Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/294

Da Wikisource.
274 trattato


ESEMPIO II.

Fortezza in convalle alla marina (Tav. IX, 1).

Similmente, quando in luogo del piano fusse il mare con i medesimi monti, nella parte dei monti facciasi secondo che è dichiarato e verso il mare tirisi similmente due muri congiungentisi in angolo acuto, o questi nel mare si estendano almeno piedi 80 in 100 con un grosso torrone nella sua estremità scarpato a calice per i colpi del mare1: dai due angoli opposti si tirino due muri i quali causeranno di fuori due angoli ottusi e dentro acuti, di verso la terra lunghi secondo il bisogno ed il sito, l’uno alla opposita parte dell’altro, i quali saranno per fianco offendenti a chi i predetti muri dal mare volesse offendere: e conversamente nelle estremità dei due ultimi muri siano due torricini con le loro difese. È da intendere che quando i due muri in mare assegnati fussero di maggiore grossezza e lunghezza, potriano supplire in luogo di molo da destra e sinistra secondo le varie tempeste, come appare nel disegno.


ESEMPIO III.

Fortezza nell'altopiano d'un colle a contrafforti (Tav.VIII, 2).

Quando fusse una collina oblunga, e circumcirca a quella alcune convalli ovvero sportanti collicelli, in due modi la fortezza è da formare. Facciasi in sulla planizie la figura del circuito, tirando le rette linee di quella lunghezza e larghezza che il sito e luogo richiede, ponendo nell’intervallo e diametro delle faccie uno o due angoli acuti e nelle stremità loro i torricini, i quali in due modi sono da formare: ovvero nella sommità dei collicelli, o bassi nella convalle fra l’uno e l’altro collicello: e così, al sommo delle linee per la lunghezza del monte facciansi due angoli ottusi e torroni, i quali coprano e difendano le porte ed entrate, siccome la figura.

  1. A calice, cioè in figura di un calice capovolto: dov’è da notare che ai tempi dell’autore non avevano i calici quel guscio che ora hanno, ma approssimavansi ad un cono tronco.