Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/104

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gelami il sangue; guarda, io non ti pavento, ed io stesso t’invito ad abbracciar la tua preda... Vendicati ora su me di tutte le vittime che strappai alle tue unghie potenti... Sogni incantati della prima giovinezza, speranze di avvenire, studi che avete nobilitato l’anima mia, affetti che avete sublimato in uno e lacerato il mio cuore, solitarie e notturne meditazioni, aspirazioni divine, addio... addio... miei trentadue anni... Beatrice!.. oh... Beatrice, sposa mia, addio... L’Onnipotente abbia ora pietà dell’anima mia, ed abbrevii la mia agonia.»

Detto ciò, la destra di Gaetano si stese, senza tremare, verso l’ampollina, ne fe’ saltare il turacciolo, e portava la fatal bevanda alle labbra.

Una mano vigorosa fermò quel braccio, gli strappò l’ampollina e ben lungi dal balcone la fece volare... Gaetano si voltò rapidamente e trovò all’impiedi dietro di sè il marchese Rionero che avea nella sinistra mano la lettera pocanzi direttagli.

Gaetano Pisani più non esiste!.. disse con voce solenne il padre di Beatrice, questa lettera mi avverte della sua morte... Oliviero Blackman, la tua vita mi appartiene; pria di morire ti resta un dovere compiere:... salva mia figlia... ella si muore.