Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/127

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cacciava le mani ne’ più reconditi nascondigli di quel mobile, e nuovi oggetti colpivano la sua vista. Nel frugare nel fondo di uno de’ cassettini, le dita della fanciulla premettero un picciolissimo bottoncino, una botoletta si aprì, ed un oggetto saltò agli occhi di lei.

Era un piccol ritratto in miniatura.

Beatrice mise un grido di sorpresa, prese in mano il ritratto e si pose a guardarlo... I suoi occhi scintillavano di maraviglia e di piacere, il suo volto si soffuse di rossore.

In questo un leggier picchio alla porta fu udito. Beatrice per un movimento involontario nascose nel seno il ritrattino, e andò a schiuder l’uscio.

Era il marchese Rionero che veniva dolcemente a rimproverarla di essersi trattenuta in quella stanza più di tre ore.


IV.


la festa di ballo in napoli.


Molti giorni passarono dal dì che Beatrice visitò la stanza della madre.

Nessun notevole avvenimento era accaduto nel casino; la calma parea rinascere, tranne che la fanciulla dava giù di salute l’un giorno più dell’altro, senza che nessun sintoma di fisica infermità si fosse in lei mostrato. Gaetano seguiva con la più perplessa ansietà lo stato dell’anima di Beatrice; si sforzava di richiamar sulle labbra di lei il sorriso e la letizia,