Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/168

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Un silenzio di tomba accolse questa dimanda.

Il Marchese cadde privo di sensi sovra una sedia.

— Lasciamolo al suo giusto dolore, disse uno dei medici.

E accostatosi a un tavolino scrisse:

«Sig. Marchese, il morbo di vostra figlia ha del misterioso, dell’incomprensibile... Ma pure, per quanto i nostri lumi ci permettono di discernere, la malattia già innoltrata può essere una specie di tabe nervosa. Una grazia di Dio soltanto può salvarla. Provvedete per ora alla salvezza dell’anima sua. La nostra coscienza e la solennità della circostanza ci dettavano un linguaggio chiaro... Abbiate fiducia e coraggio... Iddio vi assista».

Questa scritta era firmata...

I medici, dopo aver conversato per qualche tempo con Gaetano e stabilito il da farsi, si partirono.

Gaetano, mormorava indistinte parole, fra le quali notavasi questa frase: «Come Caterina! Come mia sorella!»


VI, ED ULTIMO


il tramonto del sole.


Dopo il giorno del consulto, altri dì passarono senza grandi cangiamenti nello stato di salute di Beatrice, tranne che la famiglia, in obbedienza delle prescrizioni dei medici, dispose l’inferma si fosse confortata cogli aiuti