Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/31

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— E alle sue prossime nozze con la Rionero disse un altro.

— A proposito di queste nozze, ci è del nuovo, n’è vero, Amedeo? chiedeva mi terzo.

— Come!

— Che ci è?

— Ci è che il nostro Amedeo manca da qualche tempo dalla sua bella senz’occhi.

— Forse la Beatrice gli è stata infedele?

— La cieca ha forse veduto?

— Il Marchese avesse per caso odorato di che stoffa è tessuto il fidanzato?

— Nulla di questo, dicea con serietà il Cavaliere per adesso queste nozze non si faranno per mie ragioni; non conveniamo in sulla dote. D’altra parte, quel marchese Rionero è un cervello stravagante, s’è posto in testa di morire in quella seccantissima Sorrento, ove spera che un giorno sua figlia ricuperi la vista. Questa mattezza lo ha preso in modo che spende un bel danaro per far venire medici e cerretani. Or si è fatto accalappiar da un esimio impostore avventuriere, da un John Bull nomato Oliviero Blackman, e gli dà vitto e alloggio, e poco mancagli metta sotto al muso la figliuola.

— Se non isbaglio, osservava un convitato, mi pare di aver udito a dire che questo Oliviero Blackman sia stato recentemente rubato in modo singolare.

— Sì; sì, si è parlato di quest’avventura in Napoli come di un esempio d’inaudito coraggio.