Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/78

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Nè avea mentito il calabrese allorchè rivelò i nomi dei suoi genitori, imperciocchè Maria si chiamava sua madre, e, riguardo al padre, il marchese Rionero nol diveniva in fatti per effetto del matrimonio?

Ciò nondimeno, davagli tortura il pensiero di dover vergognare di sè medesimo e mascherare la sua vera entità, mentre tanto egli avea fatto per vincere il proprio fato.

La gioia di diventar tra poco marito di Beatrice fece dimenticare a Gaetano ogni altro torbido pensiero e tutto si abbandonò alla felicità di possederla.

Beatrice non era lieta, ma la sua fronte era rischiarata e serena, aveva ora un padre, un fratello e un’amica, tre esseri che l’amavano con trasporto e che avrebbero datola loro vita per risparmiarle una sola lagrima.

La figliuola del marchese Rionero avrebbe dovuto esser felice; ma... la felicità non è il retaggio dell’uomo: essa gli sfugge come larva.

Beatrice, vestita tutta di bianco, pallida, e cogli occhi velati di lagrime, non sembrava già una vergine che si appresta a nozze, ma sibbene una vittima che si accinge volontaria al sacrificio.


III.


la sera delle nozze.


Fu fissato il giorno degli sponsali.

La scritta nuziale fu regolata dallo stesso