Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/95

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temente le labbra di vaga donzella e quelle di un cadavere ottogenario: le rose che spuntan sui sepolcri non sono meno vispe di colori e vezzose di quelle che sono educate io vaghe ceste di nobili appartamenti. Le passioni incendiarie che divorano le generazioni e le società non han la forza di conturbare un filo d’erba, un fiato di vento. Convulsioni dell’ordin morale, le passioni umane non interrompono nè sturbano minimamente l’ordine ammirabile posto da Dio nella universal natura.

L’alba del 30 giugno spuntava però così serena e monda come quella che l’avea preceduta; ma che differenza nella famiglia Rionero! Il dì precedente tutto respirava la gioia, ed oggi un silenzio di morte regna nelle stanze di quel casino!

Gaetano era rimasto vestito come per nozze... Il giorno l’avea sorpreso abbandonato sovra un seggiolone in quella stanza che gli fu destinata nel casino insin dal primo momento che vi pose il piede.

Il suo volto non era più riconoscibile... Cinereo come morto, avea due profondissime occhiaie, e le labbra erano scolorate e livide. Con la destra mano sorreggente il capo, e con l’altra penzolone in sul ginocchio, pareva cascato all’imo di ogni prostrazione. L’eccesso del dolore istupidisce, e l’anima rimane in quello stato d’inerzia e di apatia che ha qualche cosa dell’idiotaggine.

Il balcone della stanza era aperto fin dal giorno precedente: gli occhi di Gaetano si portaron