Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/131

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vi ho detto per prima cosa... Vi ho detto: “Eccomi qua, come volete voi...„

— Ah!... ah!... — rispose il canonico alzando il capo come un asino che strappi la cavezza. Poi lasciò stare il nicchio che andava spolverando attentamente, e gli fissò addosso anche lui i suoi occhi da uomo che non si lascia mettere nel sacco.

— Sentite, don Gesualdo... questo non è discorso che venite a farmi adesso, a questa maniera! Allora vuol dire che non conoscete chi vi è amico e chi vi è nemico, benedetto Dio! Ho piacere che abbiate toccato con mano se il consiglio che vi ho dato allora era tutt’oro! Una giovane ch’è una perla, avvezza ad ogni guaio, che l’avreste tutta ai vostri comandi, e di famiglia primaria anche!... la quale vi farebbe imparentare con tutti i pezzi grossi del paese!... Lo vedete adesso di che aiuto vi sarebbe? Avreste dalla vostra i giurati e tutti quanti. Anche per l’altra faccenda della gabella, poi, se volete entrarci insieme a noi...

— Sissignore — rispose Gesualdo vagamente. — Tante cose si potrebbero fare... Si potrebbe parlarne...

— Si dovrebbe parlarne chiaro, amico mio. Mi prendete per un ragazzo? Una mano lava l’altra. Aiutami che t’aiuto, dice pure lo Spirito Santo. Voi, caro don Gesualdo, avete il difetto di credere che