Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/135

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— Andiamo, andiamo! Volete chiudere la bocca a tutti gli sfaccendati?

Nel salire per la stradicciola dei Margarone incontrarono il marchese Limòli, che andava a fare la sua passeggiatina solita della sera, dal Rosario a Santa Maria di Gesù, sempre solo e con l’ombrello rosso sotto il braccio. Il canonico, rispondendo alla scappellata cerimoniosa del marchese, ebbe un’ispirazione.

— Aspettate, aspettate un momento!

Di lì a un po’ tornò a raggiungere don Gesualdo con tutt’altro viso.

— Un gran diavolo quel marchese! Povero come Giobbe, ma è uno che ha voce in capitolo! S’aiutano fra di loro, tutti in un gruppo!... una buona parola, alle volte!... fra di loro non possono dir di no... Lo lascerebbero morir di fame, ma un favore non glielo negano...

Don Filippo era ancora in casa, occupato a rigar la carta per le aste di Nicolino: — Che buon vento? che buon vento?... — Poscia vedendo entrare anche don Gesualdo, dietro il canonico, calò di nuovo gli occhiali sul naso. — Ho tanto da fare!... Ah, sì!... la cauzione?... Volete che il comune vi aiuti a ripescarla? Volete qualche agevolazione per riprendere i lavori?... Vedremo... sentiremo... Se l’avete sbagliato la prima volta questo ponte benedetto?... È un affar grave... Non so di che si tratti... Non sono in-