Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/188

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tutti gli altri, col sorriso goffo, il berretto in mano, le donne salutando sino a terra come in chiesa, imbacuccate nelle mantelline.

— Questa è Diodata, — disse Nanni l’Orbo. — Una povera orfanella che il padrone ha mantenuto per carità.

— Sissignora!... Tanta salute!... — E Diodata non seppe più che dire.

— Un cuore tanto fatto, don Gesualdo! — seguitò Nanni l’Orbo accalorandosi. — Gli ha fatto anche la dote! Domeneddio l’aiuta per questo!

Don Gesualdo andava spegnendo i lumi. Poi si voltò tutto di nuovo vestito, che Diodata non osava nemmeno alzare gli occhi su di lui, e conchiuse:

— Va bene. Siete contenti?

— Sissignore, — rispose Nanni l’Orbo, guardando con tenerezza Diodata. — Contentoni!... può dirlo anche lei!...

— E’ un pezzo che compare Nanni teneva d’occhio a quei baiocchi, per non lasciarseli sfuggire! — aggiunse Brasi Camauro. — E’ nato col berretto in testa!

— Sposa Diodata, — narrò allora alla moglie don Gesualdo. — La marito con lui.

Il camparo aggiunse altre informazioni, ridendo:

— Si correvano dietro! Bisognava far la guardia a loro pure!... Il padrone mi dovrebbe ancora qual-