Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/385

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quel pezzo di terra ch’è sotto la fontana. Sono due bravi ragazzi, laboriosi. Vi somigliano, don Gesualdo... Se date loro qualche agevolazione, pensate infine che non lo fate per degli estranei!...

Don Gesualdo tentennava, insospettito da una parte d’esser preso così alla sprovvista, e cedendo nel tempo istesso, suo malgrado, a quella certa voce interna che gli andava ripicchiando dentro tutti gli argomenti messi fuori da compare Nanni per persuaderlo. — Infine cosa domandavano?... del lavoro... Lui che poteva tanto!... Un affare di coscienza!... Avrebbe fatto un buon negozio anche... — A un certo punto l’Orbo propose di mandare a chiamare Diodata perchè dicesse la sua. Don Gesualdo allora, per levarsi quella noia, per sgravio di coscienza, come diceva quell’altro fissando i due ragazzoni, che seguivano passo passo colle mani in tasca, senza aprir bocca, si lasciò scappare: — Be’... be’, se si parla soltanto del pezzo di terra ch’è sotto la fontana... Se non fate come il riccio che poi allarga le spine...

— Sissignore! Che vuol dire! — saltò su compare Nanni pigliandolo subito in parola. — Quello solo! Mezza salma di terra in tutto. Possiamo andare a vedere. E’ qui vicino. Vi metteremo i segnali sotto i vostri occhi, giacchè siete qui, perchè non temiate che vi si rubi... Giusto!... ci abbiamo anche dei testimoni, vedete... La signorina, lassù, sotto il gran noce...