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Il baronello Rubiera il quale stava discorrendo in un cantuccio del balcone grande naso a naso con donna Fifì, guardandosi negli occhi, degli occhi che si struggevano come i sorbetti, si scostò bruscamente al veder comparire la cugina, scolorandosi un po’ in viso. Donna Bellonia prese il piattino dalle mani di Bianca, inchinandosi goffamente:
— Quante gentilezze!... è troppo! è troppo!
La figliuola finse di accorgersi soltanto allora della sua amica:
— Oh, Bianca... sei qui?... che piacere!... M’avevano detto ch’eri ammalata....
— Sì... un po’,... Adesso sto bene....
— Si vede.... Hai bella cera.... E un bel vestitino anche semplice!... ma grazioso!...
Donna Fifì si chinò fingendo d’osservare la stoffa, onde far luccicare i topazii che aveva al collo. Bianca rispose, facendosi rossa:
— E’ di lanetta... un regalo della zia....
— Ah!... ah!...
Il baronello ch’era sulle spine propose di rientrare in sala: — Comincia ad esser umido.... Piglieremo qualche malanno....
— Sì!... Fifì! Fifì! — disse la signora Margarone.
Donna Fifì dovette seguire la mamma, coll’andatura cascante che le sembrava molto sentimentale, la