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Pagina:Matilde Serao, Beatrice (1890).djvu/21

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Beatrice 15


che ha visto e che sa: i fanali dei bei Lungarni vi si riflettono e vi tremolano: chinatevi bene, se la notte è limpida, voi vedrete, in Arno, vibrare, riflessa, la luce delle più vivide stelle, la bianca luce di Venere seguace della Luna, la rossa di Saturno. Quanto tempo si resta così, guardando le acque che corrono via? Chi sa! L’ora passa, inavvertita: e innanzi ai vostri allucinati occhi, in una divina allucinazione, qualche cosa di bianco appare, un candore fuggente, Non è forse la fantasima di Ginevra, forse, nel suo funereo lenzuolo che corre le vie di Firenze? Conoscete voi la istoria d’amore? Ginevra degli Amieri amava ed era amata: ma la volontà crudele dei parenti non volle maritarla al gentiluomo che essa amava e la forzò a nozze con un uomo odioso. Ella sofferse due o tre anni, in questo matrimonio: poi, per la pena d’amore che non le dava mai pace, ammalò gravemente e morì. La misero, coperta di fiori, in una