Pagina:Matilde Serao, Beatrice (1890).djvu/29

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Beatrice 23


comprende, che tutto perdona, che nulla dimentica, ma che ricorda per perdonare ancora: la sua virtù deve essere clemente e assolvitrice: e il suo amore, questo amore che deve dare al poeta tutta la forza e tutta la felicità, questo amore, deve essere un miracolo di altruismo, un abbandono tenero e costante, una indulgenza mite e generosa, una passione alta e pure misurata, un senso schietto e silenzioso di abnegazione senza lacrime, di sacrificio senza rimprovero. Non così, forse eravate voi, Beatrice, cara soave creatura che così poco rimaneste sulla terra, ma che vi restaste abbastanza per compire il vostro fato, ma che deste, dagli occhi e dal soriso e dal saluto la viva fiamma che doveva perpetuare, nei secoli, il nome del vostro Poeta e il Vostro! Così, così, voi, esile giovanetta di Toscana, amata sin da quando eravate fanciulletta, amabile creatura fatta di preghiera e di amore, tutta serena nella leggiadria e tutta chiusa nella verecondia, creatura che amaste,