Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/109

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Il Paravento 91

e la messa in iscena del Rettifilo, del resto abbastanza felice, ottiene il suo effetto. Che se, poi, qualche conoscente napoletano, qualche compagno di viaggio più esperto, narra al viaggiatore che il Rettifilo ha tagliato in due il ventre di Napoli, attraversando i quattro quartieri popolari e popolosi di Mercato, Vicaria, Pendino e Porto; che questo Rettifilo, non è stato fatto solo per arri- vare più presto e meglio alla stazione ferroviaria; non è stato fatto solo per i grandi industriali che vendon tessuti di lana e di cotone; non è stato fatto solo per avere una larghissima via; ma è stato fatto in nome di un criterio assoluto d’igiene e quindi di civiltà, allora la sua impressione si viene sempre più migliorando. Il Rettifilo era, doveva essere, dovrebbe essere l’apportatore dell’aria della salute, della pulizia a migliaia e migliaia di popolani napoletani: il suo ufficio, realizzando una idealità di carità civile che vollero Umberto Primo, Agostino Depretis e Nicola Amore, era quello di vincere la malattia e la morte, nel popolo napoletano. E allora, per chi abbia anima sensibile, questa strada assume un simbolo elettissimo, è l’emblema della solidarietà umana che, dall’alto del trono, del governo dello Stato, del