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Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/111

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Il Paravento 93

credere che, veramente, il Rettifilo abbia dato al popolo napoletano tutto quello che gli mancava e, sovra tutto, lo posson credere tutti coloro che passano qui un giorno o un mese!

Eppure, questa illusione non resisterebbe a una osservazione più minuta. Alla seconda, alla terza, alla decima volta che voi attraversate questa magnifica strada, volgendo gli occhi, a manca, a dritta, lo scenario seducente ha dei grandi strappi. Un imponente palazzo, rossastro, pomposo, si pavoneggia con le sue cento finestre: e, accanto, voi scovrite un vuoto, e un muretto basso si prolunga, si prolunga, un muretto su cui la pubblicità allegramente appende i suoi quadri, da anni e anni, e dietro questo muretto, molto più indietro, sorgono delle masse di case lercie, cadenti, miserabli, di tutte le misure, macchiate di tutte le stigmate, della povertà e del vizio. Ciò sparisce: un’altra costruzione moderna tenta ridarvi una parvenza di civiltà, ma, fatto accorto, voi cercate ficcar l’occhio, ai fianchi, alle spalle, e subito dietro, a otto o dieci metri, ecco, di nuovo, un affoga-