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ria di una speculazione, anche se tenda a trasformare sempre più in un enorme Palace, tutta la Napoli che sale, laggiù, dal mare sino alle colline fiorite di Posillipo e del Vomero! Quel che si è fatto a Nizza e a Montecarlo ha formato la fortuna di tutta la Cornice da Mentone a Hyéres, quel che si è fatto al Cairo, ha formato la fortuna di tutto l’Egitto: sia, sia, questa opera buona, questa opera santa, e in questo paese così bello e così povero, così affascinante e così pieno di miseria, in questo paese così delizioso e dove si muore di fame, in questo paese dall’incanto indicibile, si dia alla industria del forestiere la forma larga, felice, fortunata, che porti, a Napoli, il solo modo di far vivere centinaia di migliaia di persone !

Ma si permetta a un’anima solitaria e ardente di passione, pel suo paese, come è la mia, di chiedere una parte di tutto questo, una povera piccola parte per migliorare le condizioni igieniche e morali del popolo napoletano. Non si chiedono milioni: poiché i milioni hanno fatto fiasco, nel-