Vai al contenuto

Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/49

Da Wikisource.

Bisogna sventrare Napoli 37

vino, all’uomo indifferente. Si vuol vincere un processo? Bisogna legare, moralmente, la lingua dell’avvocato contrario: fare quindici nodi ad una cordicella, chiamare il diavolo, uno scongiuro terribile. Si vuol far morire un amante infedele? Bisogna colmare un pignattino di erbe velenose, metterle a bollire innanzi alla sua porta, nell’ora di mezzanotte. Si vuol far morire una donna, una rivale? Bisogna conficcare in un limone fresco tanti spilli che formino un disegnino della sua persóna, e attaccarvi un brano del vestito della rivale e infine buttare, questo limone, nel suo pozzo. La fattura ha uno sviluppo larghissimo; letteratura strana, talvolta ignobile, di scongiure; e di preghiere; ha una classificazione , per le anime timide e per le anime audaci: ha una diffusione in tutti i quartieri; ha un soccorso per tutte le necessità sentimentali e brutali, per tutti i desideri gentili e cruenti,

Ecco tutto. Cioè, non è tutto. Esagerate venti volte quello che vi ho detto: forse, non sarete nel vero. Questo guazzabuglio di fede e di errore, di misticismo e di sensualità, questo culto esterno così pagano, questa idolatria, vi spaventano? Vi dolete di queste cose, degne dei selvaggi? E chi ha fatto nulla per la coscienza del popolo napole-