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Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/132

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zarri, diventando ora un clamore acutissimo, ora un grave rombo di tuono. Malgrado le imposte chiuse, malgrado le pareti doppie e foderate, l’eco di quel chiasso si fa un cammino sino a colui che legge: egli si distrae, presta l’orecchio e sorride. Invano d’attorno la temperatura è piacevole, invano il tappeto è morbido, invano la luce è quieta, invano il libro dispiega l’attrazione della sua carta giallina, dei suoi caratterini affusolati, dei suoi fregi capricciosi e dei suoi versi idem: la gran voce della moltitudine è insistente, sale come un appello, risuona come una vigorosa chiamata. Allora colui che legge, è preso dalla nostalgia della strada, della nebbia, dell’agitazione; prova un desiderio aspro di mettersi in quel tumulto, di godere quello spettacolo, di portarvi la sua parte, di sentirsi piccolo, annullato, assorbito: egli non lotta più, cede: e con un soffio gigantesco, la strada vince la stanzetta.

Sulle piazze, nelle vie, gittate, profuse tutte le ricchezze vegetali ed animali. Qui è il trionfo della carne: sono le file di polli sospesi per le gambe, dalla pelle gialletta, soda, leggermen-