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Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/175

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idilio di pulcinella 167


il volto di lei non aveva cangiato espressione: solo l’occhio fiero avvolgeva Carmela e Gaetano in un freddo sguardo e la bocca gentile si piegava ad una curva dura ed energica di disprezzo.

Egli rimase ghiacciato, immobile, istupidito. Perchè il disprezzo?

Fu così che Gaetano Starace, Pulcinella del popolare teatro di S. Carlino, s’innamorò di una sconosciuta.

II.

Egli non era un filosofo, eppure un giorno, passandosi la mano sulla fronte pensierosa, esclamò: Quanto diverso l’amore della commedia da quello della vita! E la testa gli si curvò sotto il peso di quest’amara verità.

Ogni sera l’aveva recitato, l’amore della commedia: quell’amore espressivo, esterno, parolaio, pieno di fiamma, ruvido, carezzevole, passionato del popolo napoletano, egli lo aveva espresso ogni sera a donna Carmela, l’amorosa, e a donna Checchina, la così detta ingenua; ogni sera l’una o l’altra di quello donne lo aveva amato, gli aveva rivolto parole d’affetto. Egli