Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/21

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la moglie di un grand'uomo 13


Nei momenti d’ispirazione mio marito somiglia tal quale uno stupido. E guai ad entrare allora in camera sua! È scortese, ineducato, vi manda via con certe parole...

Egli pranza benissimo. Vuole sempre dei grandi pezzi di carne sanguinolenta, che gli danno l’aria di un cannibale che squarta un cristiano. Venitemi un’altra volta a discorrere dell’ambrosia dei poeti!

Sono otto giorni che mio marito passeggia per la casa, declamando un discorso che improvviserà alla Camera. Non andrò a sentirlo: a momenti lo pronunzio io il discorso, tante volte l’ho inteso ripetere.

Il segretario di mio marito...

Questa politica mi obbliga a fare moltissime cose che mi dispiacciono. Adesso sono obbligata a far visita alla signora Zeta, una donnina gentile, troppo gentile; taci lingua, che ti darò un biscotto! Lo so, noi siamo esseri deboli, ma almeno salvare le apparenze! Ed è moglie di un uomo politico; non ha dunque imparato nulla alla scuola di suo marito?

Sono furiosa, Guglielmo riceve delle lettere amorose da signore incognite, che lo amano per suoi libri; quando gli ho fatta una scena, mi ha risposto, con la solita freddezza: «Cara mia,