Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/34

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scompaiono dietro quelle labbrucce rosse, e dopo un momento essa prende una falsa aria di compunzione, per dire che non ve ne sono più. È carina, carina, carina! Mi ha confidato a bassa voce che, quando romba il tuono ha paura e va a nascondere la testa sotto i cuscini; che ha sempre sognato di avere un abito di velluto nero, lunghissimo, col merletto bianco alle maniche ed al collo; mi ha assicurato che sarà gelosa, gelosa come una spagnuola e che comprerà un piccolo pugnale col manico d’acciaio, intarsiato in oro, per compiere le sue vendette. È adorabile quando mi ripete queste cosuccie con quella sua aria fanciullesca e convinta. Anche la Sofia è costretta a sorridere qualche volta; ciò le rischiara il viso.... Quella Sofia! quella Sofia! chi arriverà mai a conoscere il suo animo?....

Il libro cadde dalle ginocchia a terra, il nostro giovanotto si scosse al rumore, si guardò meravigliato, quasi si toccò per riconoscersi. Era proprio lui, Roberto Montefranco, colto in flagrante delitto di meditazione.