Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/55

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un intervento 47

— E chi? — Domandò Guido, ma guardando il volto umile e sorridente del servo comprese subito.

— Tu, Giuseppe?

— Il padrone scuserà...

— No, non vi è bisogno di scusa. Ti ringrazio: mi hai fatto piacere con quei fiori.

E il candidato al collegio di Roccacannuccia ed al cuore della baronessa Stefania, si commosse pensando che, nel suo compleanno, al solo servo era venuta la gentile idea di un dono di fiori. Ma fu una lieve emozione, perchè anzitutto Guido era un uomo di spirito. Ora chi appartiene a questa onorevole e ristretta classe di persone, ha il diritto di commuoversi qualche volta, ma a patto che lo faccia brevemente, senza dimostrarlo all’esterno, e che dopo sia pronto i sorriderne.

— Io vado a dormire un poco — rispose Guido; — mi sveglierai alle sette e mezzo.

— Sarebbe meglio che il signore non dormisse.

— E perchè, savio Giuseppe?

— Perchè stamane, mentre in casa vi era soltanto Girolamo, è venuta una signora. Quando ha inteso che il padrone era uscito, ha detto: «Benissimo, appena sarà di ritorno, ditegli che