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Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/79

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un intervento 71


andò a mettersi il cappello davanti allo specchio; ci volle un po’ di tempo ad annodare i nastri, perchè le dita avevamo un lieve tremito. Poi, lentamente infilò i guanti, li appuntò, aggiustò alcune pieghe dell’abito e si avanzò verso Guido per salutarlo. Egli si era levato pallidissimo.

— Addio, — disse ella.

Guido non rispose: essa voltò le spalle e traversò il salotto, diritta, fiera, senza barcollare, con un passo fermo ed uguale; pure sentiva benissimo che il marito la seguiva. Presso la porta, alzò la mano per sollevare la portiera ed incontrò quella più pronta del marito.

— Tu dimentichi di perdonarmi, Emma, — disse egli con voce in cui combattevano il dolore e la passione.

Essa si rivolse d’un tratto e gli gittò le braccia al collo, soffocata da quell’amore che rinasceva fra loro gigante.

— Non te ne vai più, mai più, cara?

— No, no; manda a prendere il ritratto della mamma, Guido.