Pagina:Matilde Serao Piccolo romanzo.djvu/38

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due o tre giorni a Torino e avrò fatto perdere le mie tracce a chiunque potesse cercare di me, partirò, per le Alpi. Io andrò, piano piano, senza affrettarmi, ma senza fermarmi mai, prima sulle praterie coperte di brina, ma ancora tutte verdi e tutte fiorite; poi salirò, fra la neve, alla montagna. So che voi odiate la montagna. Tutto ciò che è serenità delle cose e vivificazione dello spirito, tutto quello che serve a dar forza alla fibra e coraggio alla volontà, voi lo odiate. Voi siete realmente l’uomo di Oriente, quello che ama vivere, sdraiato sopra un divano, ascoltando il canto di una fontanina di profumi, guardando dalla grande finestra spalancata, l’oleandro roseo e il mare azzurro. Voi siete l’uomo d’Oriente, coi suoi lunghi sogni dove scomparisce ogni senso del reale, con le sue indefinite contemplazioni, dove si smarrisce il concetto e la forza dell’azione: l’uomo egoista, e fiacco, e cattivo, e felice, nello stesso tempo. Oh come aveva sognato, anche io, di vincere in voi l’indolenza dell’uomo orientale, di rendervi meno egoista, più buono e tenero e benigno, meglio felice! Oh, come ho odiato tutte le cose che spezzano la volontà e corrompono il carattere, le rose profumate, i cuscini soffici, le molli sere di primavera e