Pagina:Matilde Serao Saper Vivere.pdf/103

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sciando loro il miglior posto, o guidandole, scortandole, proteggendole. Egli, in albergo, non fa chiasso, non canta, non ride, non urta nei mobili, non batte alle porte, non suona a distesa: in ascensore, sta sempre col cappello in mano, se vi è qualche signora; a table d’hòte viene in frack o in smoking, sempre a tempo; si serve modestamente, non mangia molto, non si ciba, ma gusta il pranzo; non si mette a fumare, prima di arrivare al fumoir, non sequestra i giornali nel salon de lecture, non legge quello che scrive la sua vicina nella salle d’écriture. L’uomo perfettamente bene educato, nei teatri, nei café-chantant, nei musei, nelle gallerie, non toglie la visuale a nessuno e se la lascia togliere, senza mormorare. L'mo perfettamente bene educato, in viaggio, è una vittima: ma ha qualche consolazione. Talvolta, egli incontra una compagna di viaggio che, stupita di trovarsi con un uomo bene educato, dopo aver incontrato tutti uomini male educati, s’innamora perdutamente di lui.

III. Di estate: qui e fuori

Non basta, se siamo in estate e non in inverno, smettere le pellicce odorose, le vesti di panno e le mantelline di velluto, per darsi alle batiste, ai crespi e alle garze: non basta, se siamo in estate e non più in primavera, abbandonare le vesti di leggero drappo, e le giacchette meno pesanti, e le gonne di seta, per chieder al tussor, ai foulard, allo chiffon, le loro aeree mollezze: vi è tutta un’altra categoria di cose, nella toilette femminile, che segna la profonda differenza fra l'estate e l’inverno, fra l’estate e la primavera. Prendia-


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