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Fra Natale e Capo d’Anno

I. Doni, doni, doni

Infine, eccoci al quel simpatico periodo dell’anno, che i francesi chiamano, con frase molto efficace, la trève des confiseurs essi vogliono indicare, con queste parole zuccherine, quei giorni che passano, fra il quindici dicembre ed il sei di gennaio, tempi in cui si fa tregua ad ogni noia, ad ogni disgusto, ad ogni preoccupazione, per abbandonarsi alle tenerezze natalizie e di Capo d’Anno, tenerezze che sono rappresentate dai doni, principalmente, e i doni sono principalmente rappresentati da’ dolci; dunque trève des confiseurs, tregua dei confetturieri, cioè riassunto delle affettuosità annuali, troppo dimenticate e troppo trascurate, in una somma breve e intensa di affettuosità. I francesi hanno usi leggermente diversi dai nostri, perché essi, imitando i tedeschi, fanno l’albero di Natale e non fanno il presepe, mentre da noi, nelle provincie meridionali, il presepio gode assai più grande popolarità. I bimbi francesi mettono la scarpettina sotto il camino, la vigilia di Natale, e i nostri


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