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VII. Christmas card (biglietto di augurio)

Voi, mia elegante lettrice, direte, con un moto sprezzante del vostro bel labbro sdegnosetto. Biglietti di augurio? Li mandano i soldati alle serve. Certo, è meglio fare un ricco e squisito dono, per questa festa; e meglio dare dei cioccolatini, idealmente gustosi; è meglo dare dei fiori freschi; è perfino meglio fare un telegramma di augurio, non costa molto, anche con e nuove tariffe. Ma, pensateci, elegante lettrice, che questo biglietto d'augurio, di cartoncino lucido e carta ricamata, con una fantastica decalcomania sopra, questo biglietto che porta dei fiori impressi, o un cuore, o le colombelle, o un ramoscello di biancospino, o una bamboletta bionda, incappucciata di bianco, questo biglietto di augurio, di mille forme, ingenuamente sentimentali e talvolta anche comiche, è una gran risorsa, in questi giorni. Anzi tutto, non costa troppo ed ha l’aria graziosa; poi, porta un motto, sempre, e ciò risparmia degli sforzi d’immaginazione, a chi sente qualche cosa e non sa esprimere; poi, per quanto banale possa essere, dice sempre che qualcuno ha pensato a voi, con tenerezza. Povero biglietto di augurio, è vero che se ne servono i nostri cari soldatini, per mandare i loro teneri pensieri alle loro belle: ed e per questo che noi non possiamo guardarli senza una certa emozione, nelle vetrine dei cartolai, questi messaggi di affetto! Ed è vero, anche, che il biglietto di augurio, con le sue figurine, coi suoi fiorellini, coi suoi cuoricini, con le sue bambolette, coi suoi mottetti, con e sue lucidità e i suoi colori gentili, è il messaggio della gente semplice e amorosa, della gente piena di cuore e scevra di rettorica, della gente che ama e che non tro-


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