Pagina:Matilde Serao Saper Vivere.pdf/152

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ricevimento, ella non è sempre nel salone, ma vi apparisce e sparisce; serve il thè, se non vi è una sorella grande; non fa conversazione, non si mescola ai gruppi, va via presto. A quell’età, la giovanetta va raramente a teatro, salvo a quello di musica; in qualche concerto; in nessun ballo ufficiale; in nessun ballo di cerimonia; non balla, se non quando si fanno quattro salti, in campagna. Tutto in lei deve essere semplice, gentile, grazioso, ma non lezioso, ma non civettuolo: se ha molta gaiezza, bene, ma deve moderarla: se ha dello spirito, lo lasci maturare, è meglio, se ne servirà meglio più tardi. Infine, deve prepararsi a essere signorina, imparando a esser cortese, piacevole, giustamente colta, con qualche arte coltivata particolarmente, imparando ciò, ma non facendone sfoggio, se non più tardi, abbastanza più tardi.

III. A sedici anni

A questa età, si è già signorina e se la educazione, in generale, è finita, bisogna continuare a occuparsi di musica, di disegno, di lingue straniere, di bei lavori donneschi; tutte cose che rendono piacevole, piacevolissima, anche una signorina non bella e non ricca. A sedici anni, è inteso che non si va ancora nel mondo, ufficialmente: ma si possono già frequentare molto concerti, teatri di musica, qualche serata bianca al teatro di prosa, qualche piccola soirée intima. Di sera, la signorina di sedici anni deve preferire sempre il bianco, vestito rotondo, senza strascico, aperto, un poco, intorno al collo e con guanti molto lunghi, che raggiungono le maniche corte; molta semplicità e molta

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