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vani: alle signore di grande rispetto, anche del lei. Del tu solo, come uomini, ai fratelli e nipoti. Infine, il riserbo unito all’amabilità e alla buona grazia, ecco quello che deve essere il contegno di una signorina, a sedici anni, in pubblico e in privato.

IV. A diciotto anni

È questa l’età in cui una signorina è presentata in società, può partecipare a feste di battesimo, di matrimonio, balli ufficiali e balli di Corte: ma è anche bene, per la sua serietà, di non andare ogni sera in giro. Dai diciotto anni in poi, una signorina deve badare moltissimo al suo contegno, in pubblico: contegno riservato, ma grazioso: contegno gentile, ma non familiare: conversazione vivace, — se è vivace — ma non eccessiva: allegria moderata, non musoneria: giusta serietà e non posa di tristezza. Con gli uomini molta grazia, ma non civetteria; molta finezza, ma non disputa di spirito; molto garbo, con una leggera tinta di freddezza. A diciotto anni, una signorina non chiama per nome, come uomini, se non i fratelli, e un poco i cugini, se vi è stata assieme nell’infanzia: chiama tutti gli altri per cognome e dà loro del lei. Non balla mai troppo con lo stesso cavaliere e se ne vuol rifiutare qualcuno, deve avere l’arte di saperlo fare: non si deve allontanare nelle altre sale, al buffet, sulle terrazze, lontana dagli occhi di chi l’accompagna: non deve preferire sempre lo stesso cavaliere, nel cotillon. La sua toilette al ballo sara molto giovanile, leggera, con un decolleté non troppo esagerato, anzi modesto, con lunghi guanti bianchi: mantello di lana bianca, con ri-

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