Pagina:Matilde Serao Saper Vivere.pdf/39

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suo giorno di ricevimento, perché le siano ricambiate le visite. Compiuto questo primo giro, doveroso, si fanno le visite più intime, più simpatiche, con coloro con cui si vuol vivere spesso: a ogni modo, la tenuta è la medesima, mentre la cordialità è più grande. Trovandosi ove sono giovanotti che, magari, intervennero alle nozze o con cui si vuole essere amabili, non è la sposa che indicherà loro il suo giorno di ricevimento, ma lo sposo soltanto. Salvo qualche grandissima amicizia, è meglio concentrare tutte le visite, in quel giorno, per restare liberi il resto della settimana. Per sbrigarsi da tutto ciò, gli sposi hanno bisogno da uno a due mesi di corvée, di visite: poi, il loro ingranaggio sociale è completo. Beninteso che lo sposo, massime se è un lavoratore, accompagna la sposa nelle prime, seconde, terze visite; poi tralascia. Non è né pratico, né giudizioso, né elegante accompagnare, massime nei giorni, la sposa, dappertutto. Gli uomini, in generale, partecipano poco ai giorni di ricevimenti: gli sposi, come ho detto, possono presentarsi insieme, solo all’inizio della loro vita comune. Poi, basta. Anche quando la sposa riceve, le prime volte, in casa sua, al suo giorno, lo sposo sarà presente, due o tre volte, per conoscere meglio, magari, le amiche di sua moglie, per far conoscere meglio, alla moglie, i suoi amici: poi, basta. Ogni tanto, proprio ogni tanto, egli può accompagnarla, se ha mezz’ora di tempo, in ima di queste visite: ma non è l’uso. L’uomo deve lavorare, studiare, darsi a cose molto serie: non è fatto per vivere nel five o’clock, di sola importanza muliebre. E ora, lasceremo gli sposi slanciati nella vita, sbrigarsela loro: parleremo di altre norme di saper vivere, ricevimenti, presentazioni, pranzi, altre forme di unioni sociali.