Pagina:Matilde Serao Saper Vivere.pdf/74

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personale, è pensiero che si raccoglie da tempo, è studio di colori, di tinte, di armonie, è lunga preparazione remota, e, quindi, se è perfetto dal punto di vista della raffinatezza, non è né spontaneo, né improvviso. Una signorina, invece, mette, per la decima volta, il suo vestito bianco, si pettina da sé, o si fa pettinare dalla cameriera, non si preoccupa né dei gioielli, né del ventaglio, né della sortie e corre al ballo con una vivacità e una semplicità, che rallegrano lo spettatore più annoiato. Vedetele entrare, una signora e una signorina, nel ballo: entrambe hanno l’aria serena e semplice: ma la prima aria è artificiale, la seconda è naturale: ed è necessario che la prima sia artificiale, mentre è graziosissimo che la seconda sia naturale. Le gioie delle giovarti signore - non i gioielli - nei balli, talvolta non durano oltre la soglia, giacché si trova che il vestito di quell’amica è più bello, si trova che quell’altra ha un nuovo diadema, si trova che... passiamo sopra. Le signorine, invece, hanno una lietezza a tutta prova, non s’incaricano di nulla, ballano con tutti, scherzando, trovando amabili tutti i loro cavalieri, per uno che le abbandona, sanno che ne troveranno dieci in cambio, trovano sempre grazioso il cotillon, non vanno al buffet se non per mangiucchiare dei dolci e intingere appena le labbra nello champagne, e dappertutto portano questo brio e questo entusiasmo, che sono il fascino di un ballo. Le giovani signore non possono fare questo simpatico chiasso, né sorvolare come farfalle, né abbandonarsi a tante danze, se no, sembrerebbero tante pazze o delle dame ridicole: esse debbono, al ballo, rappresentare la suprema beltà, la suprema squisitezza, ma debbono passare a traverso le feste come Dee, non saltellare,

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