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lo in trattoria o ad una scampagnata, nel giorno della Cresima. Conservargli, se la vita lo promette, un affetto paterno, una protezione paterna.

VI. Madrina di cresima

Il legame spirituale, che è creato dalla cresima, fra madrina e figlioccia, è, quasi sempre, molto più affettuoso e duraturo del legame creato dall’aver tenuto al fonte un bimbo o una bimba: ciò dipende, in generale, perché la cresimanda ha già una certa età e può ricambiare, subito, di tenerezza e di devozione, la protezione amorosa della madrina. I doveri morali, dunque, di costei sono più larghi e più austeri. I doveri sociali consistono nell’accettar subito il compito di madrina, quando vi si è invitata e nel sapere, poi, se la cresimanda si è bene preparata, religiosamente parlando, a quel sacramento, che è molto importante. Nel giorno della cresima, la madrina va essa, con una bella carrozza, a prendere la figlioccia, per portarla alla chiesa: vanno con loro due, i genitori della cresimanda, se li ha, o i più prossimi parenti. Oltre la carrozza, la madrina porta anche il grosso cero, stretto, alla metà, da una fascia di faille bianco, con relativo nodo a grosso ciuffo: il cero deve essere tenuto dalla cresimanda e si lascia, dopo la funzione, alla chiesa. Durante il rito, la madrina deve tenere, continuamente, la mano sulla spalla della cresimanda, che è inginocchiata, ma nulla deve rispondere. Spesso, nel medesimo giorno, per renderlo più solenne, madrina e cresimanda fanno la comunione insieme, prima e dopo la cresima. Quando si ritorna a casa, la madrina of-


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