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Pagina:Matteucci - Fenomeni fisico-chimici dei corpi viventi.djvu/137

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rato, continuato un certo tempo. La corrente elettrica che passa pei nervi dell’organo elettrico della torpedine agisce colle stesse leggi cui vedremo obbedire nella sua azione sui muscoli. La corrente elettrica all’istante in cui comincia a passare nel nervo dell’organo elettrico della torpedine, eccita la solita scarica: continuando a passare, la scarica non continua e si ottiene di nuovo allorchè la corrente cessa.

Finche l’organo è molto fresco e appena separato dall’animale vivo, gl’effetti descritti appartengono alla corrente diretta nel senso della ramificazione del nervo, come all’inversa. A misura che si indebolisce l’azione della corrente, i fenomeni cangiano, cioè la corrente diretta eccita la scarica al solo suo entrare e l’inversa al solo cessare. Lo stesso vedremo avvenire allorchè la corrente agisce sui nervi del moto ed eccita la contrazione nei muscoli.

Vedesi ancora, che a misura che la vitalità dell’organo elettrico separato si và estinguendo, perchè la corrente applicata sui nervi vi ecciti la scarica, conviene agire sopra, dei punti sempre più prossimi alle loro estremità.

Ne viene anche da questi fatti che la circolazione sanguigna non è direttamente necessaria alla scarica elettrica, perchè sussiste nell’organo separato e di certo vuotato di sangue e in cui la circolazione non si fa più.

Quanto al parenchima dell’organo stesso, si è vista la scarica continuare anche dopo averlo trafitto, tagliato in più sensi, purché si conservasse unito alla torpedine: cessava però di agire se o immergendolo nell’acqua bollente col contatto d’un acido, si era coagulata l’albumina che in gran parte lo compone.

Risulta da questi fatti provata l’influenza della volontà dell’animale sulla scarica esercitata per mezzo dei nervi che vanno all’organo.

Questi nervi non sono dunque né di senso nè di moto; sono nervi che non hanno altra funzione che quella di far agire l’organo in cui si distribuiscono, di eccitarlo alla sua funzione.