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il meno denso, ne al meno viscoso, ne a quello che ha più forza ascendente nei tubi capillari: questa corrente appartiene generalmente al liquido che ha maggiore affinità, che imbeve più facilmente, la sostanza dello strato interposto.

Le cose dette sull’endosmosi bastano a provarvi con tutta l’evidenza, esser forse questo il fatto fisico il più importante nelle sue applicazioni alle funzioni dei corpi viventi. L’osservazione microscopica ha oggi messo fuor di dubbio, che in ogni tessuto vegetabile o animale, nel seno di quei liquidi che si generano nell’alterarsi dei corpi organizzati e viventi vi si trovano sempre, ad una certa epoca del loro sviluppo, corpuscoli microscopici di una forma particolare e caratteristica, e che furono chiamati cellule elementari o primitive. Consistono quei corpuscoli in una membrana finissima di forma sferica, che racchiude un liquido, e sulla cui parete interna si trova un corpicciuolo che fu detto nucleo o cistoblaste. Le cellule poi nuotano dapprima in un liquido, che Schwann chiamò cistoblasteme, e finiscono per esservi comprese e quasi impastate, allorchè questo liquido è divenuto più o meno denso. Secondo i diversi tessuti, le cellule elementari sono più o meno ravvicinate l’una all’altra, e il cistoblasteme o sostanza intercellulare, è in ogni caso il mezzo d’unione tra una cellula e l’altra. Torneremo forse altrove, sopra questo soggetto importante, che non abbiamo qui citato se non che, per rendere anche più palese tutta l’importanza del fatto dell’endosmosi. La vita delle cellule elementari forma di certo la più gran parte dello sviluppo e della conservazione dei tessuti dei corpi viventi, e poichè queste cellule si trovano nelle condizioni dell’endosmosi, non v’è ragione perchè l’endosmosi non debba accadervi. Una vescichetta, che contiene un liquido, che è attorniata da un altro liquido, non può agire al di fuori, non può ricevere questo, nè emettere quello, se non se operando in un modo analogo all’endosmosi.