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stri, mentre il liquido messo da prima era appena colorato e limpido. Esaminando questi fiocchetti non mi parvero però mai identici alla fibrina. Non vorrei però conchiudere da questi resultati negativi la falsità del principio, su cui erano fondate le mie sperienze. È questo un soggetto che merita più lunghe, più variate ricerche.

Una parte dell’ossigene del sangue arterioso scompare e v’ha in sua vece un eccesso d’acido carbonico nel sangue venoso. L’ossigene si combina al carbonio nei capillari, in essi si fa di certo questa combustione, e allor quando si trova che il volume dell’acido carbonico espirato è minore di quello dell’ossigene scomparso nella respirazione, conviene ammettere che non solo il carbonio, ma l’idrogene ancora, il quale fa parte degli elementi organici del sangue o dei tessuti, si combina coll’ossigene per formar acqua. Ecco un altra combustione, che sappiamo accadere nei carnivori, oltre quella del carbonio.

Gli acetati, i tartrati, gli ossalati che disciolti entrano nel circolo sanguigno, escono per le vie urinarie allo stato di carbonati. L’acido benzoico introdotto nella circolazione sanguigna, esce per le stesse vie urinarie allo stato di acido ipurico.

Tutti questi fatti provano, che la principale azione chimica che si osserva nella circolazione sanguigna e nella nutrizione è una combustione, è una combinazione dell’ossigeno col carbonio, coll’idrogene. Ma lo ripeto, v’è tuttora molta incertezza in questi fenomeni. Qual differenza passa fra la composizione chimica di tutti gli elementi del sangue arterioso e quella di tutti gli elementi del sangue venoso? Qual è questa differenza nel sangue, prima e dopo il suo passaggio per i reni, per il fegato, per i diversi tessuti? Eccovi alcune delle moltissime questioni, che dovrebbero essere risolute da esperienze precise, da ricerche tutte d’accordo nei risultati, prima di farci ad indagare il fatto della nutrizione e delle secrezioni.