Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/122

Da Wikisource.

113

rinserrato? Non amareste voi, gli disse di nuovo Melmoth, spezzare queste catene e ricuperare la perduta libertà? Stanton invece di rispondere si agitava sulla sua paglia, il cui rumore forse gli sembrava, che servir dovesse di risposta. Io ho il potere di liberarvene, continuava Melmoth. Tutte queste parole erano state da Melmoth proferite con un parlar lento e a bassa voce; e la dolce melodia de’ suoi accenti, era in una sorprendente opposizione col l’impassibil rigore de’ lineamenti del suo volto e l’infernale splendore che gli traluceva dagli occhi.

Chi siete voi dunque e d’onde venite? disse alla fine Stanton con un tuono, che avrebbe voluto render interrogativo ed imperioso al tempo stesso; ma che a tenore dello stato, cui era ridotto, non era che debole e lamentevole. Il suo spirito medesimo aveva risentito non poco della tristezza della sua spaventosa dimora. Vi ha chi racconta, che un tale dopo aver sofferto una lunga prigionia offriva tutti i contrassegni di un vero