Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/166

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di opinione, che non esistesse un mortale, che avesse tanto potere da costringermi a svelare ciò che io gelosamente teneva rinserrato dentro il mio cuore; io reputava tanto impossibile il comunicarlo ad altrui, quanto malagevole a credere. Sembravami d’esser solo sulla terra, e di più senza speranza e senza consolazione dalla parte de’ miei simili. Ella è cosa strana, che il caso mi abbia balestrato presso l’unico individuo, dal quale per me si possa l’una e l’altra attendere, e che sarà in grado forse di facilitarmi lo sviluppo delle circostanze, che mi hanno in una tanto stravagante situazione collocato.

Cotesto esordio, con una solenne gravità pronunziato, fece molto effetto sullo spirito di Melmoth; si assise e si preparò ad ascoltare. Già lo spagnuolo aveva incominciato a parlare, quando, dopo una breve esitazione, si tolse dal collo il ritratto, e gettatolo per terra, se lo pose sotto i piedi calpestandolo e lacerandolo con una vivacità affatto meridionale; quindi gridò: Demonio! demonio! tu mi