Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/174

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come se avesse desiderato di godere di quello spettacolo. Io stesi la mano a mio fratello, e rimanemmo in tal positura per alcuni istanti, durante i quali i nostri genitori si discostarono un poco per contemplarci. Io ebbi il tempo di riflettere alla comparazione che far dovevano fra noi due; e questa non poteva esser certamente in mio favore. Io era grande della persona, ma mio fratello mi superava di parecchi pollici. Egli aveva un’aria di confidenza, e direi quasi di conquista. Il delicato della sua carnagione non poteva essere uguagliato che dallo splendore de’ suoi grandi e neri occhi, ch’egli da me rivolgeva verso i nostri genitori, quasi volesse loro dire: Scegliete tra noi due, e rigettate me, se ne avete il coraggio.

Quasi subito mio padre e mia madre si riavvicinarono a noi, e ci abbracciarono entrambi: io mi gettai loro al collo; mio fratello si sottomise alle loro carezze con una sorta di fierezza imperiosa, che sembrava volesse esigere qualche cosa di più.

Dopo quella volta più non lo rivi-