Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/192

Da Wikisource.

183

da delle felicitazioni. Vedeva approssimarsi la carrozza, sentiva lo strepito delle ruote ed il rumore che faceva la porta del convento allo schiudersi. Già aveva riacquistata la mia libertà! già era nelle loro braccia; no, io era a’ loro piedi. Quelli che mi trovano ridicolo, dimandino a loro medesimi, se la maggior parte de’ contenti, che hanno goduti nel corso della loro vita, non li debbano alla immaginazione! In cotesti drammi, che io componeva così all’improvviso, mi pareva nondimeno che i personaggi non parlassero con tutto quell’interesse, ch’io avrei desiderato; i discorsi, che io poneva nella loro bocca, sarebbero stati proferiti da me con un calore mille volte più energico. Al sesto giorno sentii una vettura, ed il cuore mi battè con violenza. Io riconosceva il rumore delle ruote della carrozza paterna, onde prima che venissero ad avvertirmi, era io già arrivato nel vestibolo. Sapeva benissimo di non ingannarmi, ed in fatti non rimasi deluso. Arrivai al palazzo di mio genitore in uno stato di vero