Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/251

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incaricato egli stesso di parlarvi su questo proposito. — Che ha di comune, signore, tra un padre ed i suoi figli, una terza persona? Questi, di cui mi parlate, non ha mai voluto esser padre; come mai potrebbe giudicare di un caso consimile? — Voi oltrepassate i limiti del dovere; voi abbiate il rispetto che gli è dovuto. — Mio padre, io sono appena sortito da un letto di sofferenza, che ha fatto tremare tanto voi che la mia genitrice per la mia vita; cotesta vita è ancora nelle vostre mani. Io promisi sotto una condizione, che egli ha violata, di obbedire, a questo miserabile.... Sì, caro fratello, lo credereste? ebbi il coraggio di servirmi di questo termine parlando di nostro zio in presenza del nostro genitore. Mio padre voleva interrompermi; ma io proseguii e lo chiamai ipocrita, ingannatore; lo afferrai per le vesti; finalmente non so di che sarei stato capace, se il mio genitore non si fosse parato di mezzo fra noi due. Mia madre mandava delle grida di spavento, ed ebbe luogo