Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/307

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porte ne erano schiuse a mia disposizione. M’inginocchiai per ringraziare Dio dello avermi renduto l’aria, la luce ed il potere di respirare; ma intanto che gli apriva così tutto cuore, mi sentii venir meno e mancarmi la vista: io aveva con troppo ardore contemplata la luce, onde caddi senza conoscimento, e passò qualche tempo prima che potessi ritornare in me.

Al riacquistare de’ sentimenti mi ritrovai nella mia cella, che mi sembrò nel medesimo stato di quando io l’aveva lasciata; solamente era rischiarata dalla luce, e sono convinto che questa unica circostanza contribuì più alla mia guarigione, che tutti gli alimenti ed i cordiali che in copia mi furono somministrati. Per tutto il corso di quella giornata non vidi nè parlai con alcuno, e solo verso sera entrò qualche religioso nella mia cella. Dessi mi parlarono di cose indifferenti, ed affettarono di attribuire la mia assenza ad una indisposizione, nè io mi curai di toglierli d’inganno, se pur v’erano. Mi