Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/309

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perto, mi disse, che io posseggo il potere di punire? — Non ne ho mai dubitato, gli risposi. — Prima che voi vogliate far giungere cotesto potere ad una estremità, che sarà al di sopra delle vostre forze, vengo a pregarvi di abbandonare la disperata reclamazione contro de’ vostri voti; reclamazione, che non può avere altro risultato, se non di disonorare Iddio ed illudervi nella vostra folle aspettazione. — Padre, senza entrare in particolarità, ormai divenute inutili pe’ passi reciprocamente fatti, non posso che rispondervi francamente, che proseguirò la mia causa con tutte quelle forze, le quali la provvidenza ha poste a mia disposizione, e che il castigo che ho sofferto, non ha fatto che vieppiù confermarmi nella mia risoluzione. — Tale dunque è il vostro proponimento? — Sì, e vi supplico di risparmiarmi codeste importunità per l’avvenire: elleno sarebbero inutili. — E voi insisterete sul diritto che possedete, di tenere dimani un colloquio col vostro avvocato? — Lo esigerò. — Non sarà pe-