Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/42

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tastico, lunatico, superstizioso ma il suo carattere è tutt’affatto! differente! Un uomo che avrebbe venduta la sua anima e il suo Salvatore!....... Che un tal uomo muoia di paura; e per ciò non ostante egli sen muore!... Mentre Giovanni proferiva queste ultime parole gettò uno sguardo doloroso sulla fisonomia di suo zio, che già presentava tutti i sintomi della faccia Ippocratica.

Il vecchio Melmoth, era, come abbiam detto, immerso in una specie di supore. Giovanni credendolo addormentato, prese di nuovo in mano la candela, e spinto da un impulso del quale egli medesimo non poteva rendersi conto, entrò di nuovo nella camera condannata. Il movimento che egli fece risvegliò il moribondo, che si sollevò sul letto. Giovanni non se ne accorse; ma intese i gemiti o piuttosto il rantolo spaventevole, che annunzia l’ultimo contrasto tra la vita e la morte. Rabbrividisce e si rivolta per ritornare indietro, e nel volgersi gli sembra di vedere gli occhi del ritratto, sul quale i suoi erano