Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/74

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graziosa vallata di Valenza arrossava di tutto lo splendore del sole che era prossimo al suo tramonto, come la giovane sposa al momento di abbandonare la casa paterna e passare in quella dello sposo novello. Stanton riguardava intorno a se, e restò maravigliato della differenza tra le ruine Romane e quelle dei Mori. Fra quelle si vedevano teatri e pubbliche piazze; queste non offrivano che fortezze, le quali sembravano inespugnabili. Un tal contrasto aveva qualche cosa di sorprendente per un filosofo. I Greci ed i Romani, se creder si deve a quanto ne dice il dottor Joffson, erano barbari, perchè essi non conoscevano la stampa, eppur ciò non ostante dappertutto si veggono traccie del loro gusto pe’ piaceri e comodità della vita, mentre che gli altri popoli conquistatori non hanno lasciato ne’ paesi che hanno posseduti, che vestigie del loro amor disordinato del potere.

Coteste ed altre consimili riflessioni riempievano lo spirito di Stanton, il quale nelle visioni della sua mente