Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/100

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ancor vigoroso abbastanza, quantunque irrigidito dalla vecchiezza; io mi credetti fra le branche del nemico delle anime. Chiuse la porta e vi appose il chiavistello. Io era caduto in terra e al di sopra di me vidi una figura terribile, che con una voce di tuono: Chi sei tu? mi disse, che sei venuto a far qui? Io non sapeva cosa rispondere; rivolsi fiso e muto lo sguardo sugli scheletri e sul rimanente de’ mobili di quel luogo spaventoso.

Fermati, disse l’incognito; se tu sei realmente spossato ed hai bisogno di rifocillarti, bevi di questa tazza: il licore che in lei si contiene ti farà tanto giovamento, come se fosse il più esquisito vino; desso sarà acqua per le tue viscere, ed olio per le tue ossa. E mentre diceva così mi offrì da bere, che io ricusai con indicibile orrore, temendo che contenesse qualche magica bevanda. In mezzo al timore dal quale io era oppresso invocai il Salvatore e tutti i santi, segnandomi ad ogni frase, che io proferiva, e gli dissi: No, tenta-