Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/105

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sorriso del piacere. Io fremetti involontariamente quando l’ebreo Adonia aggiunse: Giacchè hai mangiato, e bevuto, egli è ben giusto, che ti riposi. Vieni a coricarti; il tuo letto sarà forse più duro di quello, che tu avevi nella prigione, ma sarà più sicuro. I tuoi avversarii e nemici qui non ti potranno rinvenire.

Quando ebbe terminato di parlare mi condusse per passaggi tanto lunghi ed intralciati, che dessi confermarono al mio spirito l’opinione, che io aveva (secondo quello, che tu aveva sentito dire) in proposito delle strade sotterranee, per mezzo delle quali le rispettive case degli ebrei di Madrid comunicavano insieme. Dormii in quella notte, o piuttosto in quel giorno, perchè il sole era già spuntato dall’oriente; dormii, dissi, sopra di un letto a cigna in una piccolissima camera, ma elevata, e di cui le pareti, come tutte le parti di quella straordinaria dimora, erano guarnite di stuoie fino alla metà. Una sola finestra stretta e serrata da una inferriata dava ingresso alla luce del