Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/110

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Adonia, il nostro fratello Salomone non corre alcun rischio della vita e nessuno impadronirassi delle sue sostanze. Se i nostri avversarii sono potenti, noi non lo siamo meno per le nostre ricchezze e la nostra prudenza. Dessi non iscopriranno giammai le traccie de’ tuoi passi, e se tu vuoi darmi ascolto e seguire i miei consigli, la tua esistenza medesima sulla faccia della terra rimarrà loro eternamente celata. Io non poteva parlare, ma l’espressione di una muta inquietudine, che si dipingeva sul mio volto, parlava bastantemente per me.

Ieri sera, proseguiva a dirmi Adonia, tu facesti meco uso di certe parole che non mi sono rimaste assolutamente presenti alla mente, ma il suono delle quali cagionò una sensazione straordinaria al mio orecchio. Mi dicesti, a quanto mi sembra, di essere stato tentato da un ente, il quale avrebbe voluto, che tu rinunziassi all’onnipotente, che è ugualmente l’oggetto delle adorazioni tanto dei cristiani, che degli ebrei, e che tu avevi dichiarato, che quando an-