Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/186

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casmo, di malignità e d’impazienza che in lui veniva principalmente suscitata dalla innocente curiosità di lei. Nella breve descrizione che le fece della società vi era un misto di tanto atroce amarezza, d’ironia e di spaventevole verità, che Immalia più d’una volta fu costretta ad interromperlo nel suo discorso con delle interiezioni di maraviglia, di dolore e di spavento.

Immalia che aveva rivolto gli sguardi non potè rimarcare questa espressione, e rispose: io non so come ciò possa succedere; ma voi mi avete insegnato a trarre la gioia dal seno stesso del dolore. Prima di avervi veduto io non faceva, che sorridere: ora piango e le lagrime mi sembrano deliziose. Oh! elleno sono ben differenti da quelle, che io versava pel sole allorquando tramontava o per le rose, che io vedeva appassire e seccarsi, ed intanto non so.... Mentre così favellava la povera Indiana oppressa da emozioni, che ella stessa non poteva nè comprendere nè spiegare, si pose ambedue le mani sul